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VIAGGI - TANZANIA KENYA

IL BIANCO IRRAGGIUNGIBILE

 

NEI LUOGHI
Il nome Africa riporta sempre allo stesso pensiero: vastità di territori, tormentate savane, pianure votate alla siccità e alla desolazione, vita dura a contatto con animali selvaggi. Luoghi comuni a migliaia di visitatori muniti di teleobiettivi, cacciatori di emozioni e di belle immagini pronti ad immergersi in un mondo fiabesco, senza tempo, rinchiusi come in gabbia negli appositi fuoristrada ad osservare gli animali liberi nei loro territori.
L'Africa è una terra assolutamente affascinante per chiunque le si avvicini, colma di eccessi e di contrasti, di ambienti vulcanici in continua evoluzione, di terreni argillosi faticosamente scavati dai fiumi. Il verde cupo della foresta equatoriale, con le acque cristalline dei torrenti inviolati, si sovrappone ai gialli della savana; aspetti improvvisi di terra piatta, monotona e in certi momenti addirittura incolore, esplodono poi in catene montuose, in pareti di roccia verticali, in vaste aree ricoperte di ghiaccio. E` un complesso di sfaccettature, un'amalgama di selvaggia convivenza di paesaggi, di animali e di genti. Una convivenza alle volte violenta, sanguinosa e spietata, ma che sempre ha attratto e affascinato viaggiatori e studiosi.
Fino al secolo scorso l'Africa orientale era un luogo mistico, dove le popolazioni indigene veneravano divinità e spiriti superiori che vivevano in luoghi alti, irraggiungibili, identificati come "luogo di candore", "il bianco irraggiungibile".

Espressioni semplici ma che danno una giusta importanza e dimensione. Fu l'avvento dell'uomo bianco a sconvolgere e rendere importante quello che per i locali poteva essere irrilevante o, meglio ancora, di nessun beneficio. Il bianco irragiungibile, così lontano dalle menti indigene, diventò una meta ambita, una conquista, e l'uomo "Buana" era pronto a pagare portatori e guide per conquistare e profanare quei luoghi chiamati montagne. Come scaturiti dalla profondità del tempo i tre grandi d'Africa, Kilimanjaro, Kenya e Ruwenzori, s'innalzano maestosi nel mondo rarefatto dei 5.000 metri, disegnando un triangolo inconsueto, magnifico, un paradiso naturalistico di rara bellezza.

Dopo 177 km da Nairobi, la capitale del Kenya, si incontra il piccolo centro di Naro Moru collocato a 1980 metri di quota. L'ambiente da far-west è movimentato da 550 anime, l'ufficio postale e un distributore. A Naro Moru si incrocia la strada che conduce alla porta del parco nazionale del Monte Kenya, da dove parte la via più veloce e sicuramente frequentata per raggiungere la cima Lenana.
Incontri con famiglie di scimmie, che saltano con estrema facilità da un ramo all'altro, allietano la salita di 9 chilometri, fino ai 3050 m del primo campo, una stazione meteorologica controllata da un guardia parco. Qui il Naro Moru River Lodge ha costruito delle capanne, che vengono affittate sul luogo da un responsabile. Le altre possibilità per dormire sono il campeggio oppure il rifugio dei portatori.
Il secondo giorno l'ascensione prosegue dapprima sulla carrozzabile, fino alla stazione di polizia, poi lungo il sentiero, che si inoltra fino al limite della foresta, a circa 3200 m. È qui che incomincia il "Vertical Bog" (la palude verticale), forse il tratto più impegnativo dell'intero trekking, soprattutto dopo intense piogge. Oltrepassata la micidiale palude, il crinale regala l'indimenticabile vista sulla valle di Teleki e su tutto il massiccio del monte Kenya. Il percorso attraversa ora a mezza costa raggiungendo il verde, dolce fondovalle che conduce al campo Mackinder's, all'ombra delle verticali pareti del Monte Kenya.
L'itinerario si fa ora più alpinistico risalendo tutta la morena; poi a destra del grande ghiacciaio Lewis si raggiungono il crinale e la distesa sabbiosa, dove a 4790 m aspetta l'Austrian Hut.
Le verticali pareti del Nelion e della punta Batian accompagnano l'ultimo tratto della facile ascensione alla cima Lenana (4985 m).

Tutto si muove attorno all'enorme bacino del Lago Victoria, verdi e freschi altipiani spaccati dalle Rift Valley orientale e occidentale, in un pullulare di vita unica al mondo. Un universo in continuo movimento, che vide il suo inizio nella notte dei tempi. Le migrazioni bibliche degli gnu ne sono l'esempio plasmato: milioni di gambe e corna che si muovono in turbinii di polvere, di paura, di vita e di morte. Tutto è così vero, ma soprattutto leale, da perdonare la ferocia del re leone, del leopardo delle nevi, del crudele coccodrillo che, calmo e irriducibile, aspetta la vittima nei pochi punti di abbeveraggio delle sconfinate pianure, mentre, alta nel cielo, un'altra migrazione ha il suo corso: il volo rosa dei fenicotteri.
In questi anfratti l'occhio umano ha paura, o forse vergogna, intuisce il male provocato al genere animale e vegetale. Il triangolo della vita, varia e complessa! Dai freddi ghiacciai delle montagne alle pianure desertiche, afose; dai pantani di acqua stagnante, puzzolente e malata, alle fresche, spumeggianti acque cristalline che scendono dai conoidi laviferi. Un triangolo di sinergie tribali, di lotte cruente dove la mano invisibile dell'uomo bianco, regala strazianti reportage. Intanto la vita continua.

Parco nazionale di Hell's Gate.
Non fatevi impressionare dal nome di questo parco, che tradotto in italiano significa "Porta dell'inferno"; per un arrampicatore potrebbe mutarsi in qualcosa come "l'apriporta del Kenya all'arrampicata sportiva".
Distante circa 100 chilometri da Nairobi, Hell's Gate è un grandioso canyon, profondo e ramificato. Le placche di basalto che lo costituiscono, a volte strapiombanti, a volte appoggiate, partono dal piatto tavolato erboso che forma la base, dove antilopi, silvicapre, giraffe, zebre, bufali, brucano in tutta tranquillità. Deltutto singolare e straordinario per chi vive al di fuori del continente nero è trovarsi ad arrampicare su verticali fessure, mentre alla base vi è un continuo, variegato movimento di mammiferi. Poco più in la, verso il fondo del canyon, potenti geyser sparano getti d'acqua di origine vulcanica formando enormi nuvole di vapore bianco.

La via di Marangu, il percorso più facile e più sicuro per calpestare i 5895 m del tetto d'Africa, è la via intrapresa dai turisti, anche perché offre molti rifugi lungo tutta la salita.
Raggiunti i 1980 m dell'ingresso del parco con qualsiasi mezzo di trasporto e compilate le dovute pratiche d'accesso, inizia l'ascensione. La comoda carrozzabile, che si intrufola nel mezzo della fitta vegetazione, guida nel primo tratto del cammino; con occhio attento si possono scorgere nella densissima foresta pluviale, che occupa la fascia dai 1800 ai 3000 m, moltissime varietà di uccelli, scimmie e quant'altro.
Dopo 3-5 ore di cammino ecco il primo rifugio, il Mandara Hut a 2700 m. In confortevoli edifici costruiti in legno trovano sistemazione fino a 200 persone; c'è il lusso di acqua corrente e docce. In questi luoghi di riposo per i trekkers c'è un perenne fervore, i portatori si trasformano in cuochi e camerieri lavorando fino a notte fonda. Preparano la cena con primo, secondo e frutta, poi il pranzo al sacco per il giorno successivo. Verso le 5 del mattino incominciano i preparativi per la colazione. Un continuo fermento che dura quasi 24 ore. Il secondo giorno il trasferimento all'Horombo Hut prevede 4-7 ore di cammino. A 3000 m la foresta lascia il posto alla brughiera che si apre in sconfinati orizzonti. Per la prima volta si intravedono i ghiacciai del Kibo ed i pinnacoli di roccia del Mawenzi. L'andamento del sentiero è di estrema tranquillità e lascia godere il paesaggio, interrotto dai seneci giganti del Kilimanjaro che s'innalzano fino a toccare i 4-5 metri. Piccoli topolini scartano fra i ciuffi d'erba coriacea, che colonizza tutta quest'area. Colate di lava scura scendono dalle pendici del Mawenzi contrastando il verde della steppa montana. Tutto è così particolare e piacevole senza brusche spaccature ambientali, un insieme di equilibri armoniosi, una serenità interiore avvertita dall'occhio e trasferita alla mente.

Horombo Hut collocato a 3720 m su di un pianoro che rompe la monotonia dell'enorme crinale. Gli edifici sono la fotocopia di quelli del Mandara Hut, il paesaggio però è totalmente cambiato. Si incomincia ad avvertire la carenza di ossigeno, il fisico è più affaticato. Al di sopra dei 4000 m i vegetali che riescono a sopravvivere sono pochi. Del tutto particolare è un tipo di muschio a forma sferica, che ruzzola qua e là trasportato dal vento.
La partenza del terzo giorno è molto più lenta. Il fisico si deve abituare alla quota, la fretta può compromettere seriamente il successo dell'ascensione. "Last Water", ultima acqua! Il nome del luogo è ben chiaro: fate il pieno alle borracce. Un tratto di salita porta a un crinale dove l'ambiente muta nettamente. Ha inizio il deserto di alta quota, qui non piove mai, l'aria è asciutta per la mancanza di acqua in superficie. Un luogo totalmente lunare dove l'ossigeno presente è ridotto a metà di quello presente a livello del mare. È qui che incontriamo l'ultimo rifugio prima di dare l'assalto al punto più alto dell'Africa. Il Kibo Hut si trova a 4700 m di quota. È preferibile partire verso mezzanotte-l'una, tanto non si dorme! È possibile in tal modo sfruttare al meglio la giornata.
Alle prime ore del quarto giorno, con la mente che vaga fra allucinazioni, sonno, freddo e stanchezza, i piedi muovono i primi passi verso la corona del cratere. Appena poche centinaia di metri e la fatica è pronta a farsi sentire; la quota e il terriccio lavico che frana di continuo... è un martirio. Il blu terso del cielo africano viene rotto dai caldi raggi del sole a G[h]illman's Point (5680 m.), al di là si apre la vastità del cratere. Dopo due ore circa, attraverso la sella Johannes, si raggiunge la Uhuru Peak (5895 m.), il punto più alto del continente nero.

DURATA: 16 giorni
PERIODO: ottobre - novembre
TRASPORTO: aerei di linea, autobus, mezzi a noleggio
SOGGIORNO: in pensione, tenda, rifugio
DOCUMENTI: è necessario il passaporto con validità superiore a 3 mesi dalla data di ingresso per il Kenya, ed a 6 mesi per la Tanzania. Il visto, obbligatorio solo per la Tanzania, deve essere ottenuto in Italia prima della partenza presso il Consolato o Ambasciata del Paese ed è valido per una singola entrata. Si richiede il passaporto con almeno 3 pagine libere, certificato di vaccinazione per la febbre gialla e 3 foto formato tessera
VACCINAZIONE: per il Kenya non sono richieste vaccinazioni. Per la Tanzania è obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla (validità 10 anni). Per entrambi i Paesi sono invece consigliate la vaccinazione antitetanica e la profilassi antimalarica. A questo proposito si raccomanda di prevedere un abbigliamento che comprenda camicie a manica lunga e pantaloni lunghi per la sera, e repellenti per insetti (es. Autan)
VALUTA: in Kenya ha corso lo Scellino Keniota (Kshs). In Tanzania la moneta è lo Scellino Tanzaniano (Tshs)
FUSO ORARIO: in entrambi i Paesi è di + 2 ore rispetto all'ora solare in Italia e di + 1 ora rispetto all'ora legale
LINGUA: la lingua ufficiale è lo Swahili. L'inglese viene generalmente parlato da tutti
DATI: -----
CLIMA: Il clima generalmente temperato durante tutto l'anno. Sulla costa la temperatura media si aggira attorno ai 26/28ºC, con punte massime di 30/32ºC. Sugli altopiani , nelle ore notturne, la temperatura si abbassa notevolmente: a 4000 m si aggira sui 15ºC di giorno sotto il sole, mentre di notte arriva a -10ºC. Sulle cime del Monte Kenya e Kilimanjaro l'escursione termica tra il giorno e la notte è di 23-27ºC (5ºC alle 13, -18/22ºC alle 2)
ELETTRICITA': In Kenya la corrente elettrica è di 110/240 Volt, mentre in Tanzania varia da 110 a 220 Volt. È necessario procurarsi un adattatore in quanto le prese di corrente sono di tipo inglese a tre fori, generalmente a lamelle piatte. Rasoi e apparecchi elettrici dovranno essere a voltaggio universale, meglio se funziona a batteria
PREFISSI: Il Kenya e la Tanzania sono collegati all'Italia in teleselezione. È possibile telefonare solo dagli alberghi e dalle città principali. I piccoli centri invece sono generalmente collegati solo via radio e quindi non raggiungibili in tempo reale.
La rete GSM è disponibile, ma solo nelle città

 

 

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