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VIAGGIO - NUOVA ZELANDA

LA TERRA DELLA LUNGA NUVOLA


Nel paese di Greenpeace, il paese più pulito e protetto del pianeta

NEI LUOGHI
Leggendo il paesaggio, la sua morfologia, interpretando quello che accade mentre macini chilometri su chilometri, arrivi a renderti conto che quello che hai di fronte è una battaglia viva fatta di terra, di piante, di animali e di uomini. Una battaglia fatta per salvare le specie autoctone. Molte cose sono dovute succedere per portare il popolo neozelandese a quello che è oggi: un popolo famoso in tutto il mondo per l'amore per la natura, la vita all'aria aperta consapevole dell'importanza del patrimonio naturale d'incomparabile bellezza. La Nuova Zelanda con la sua ferrea politica protezionista è ora un esempio per molti altri paesi.

Un tuffo nel passato serve a chiarire cosa accadde. La tradizione maori narra che un pescatore polinesiano di nome Kupe scoprì Aotearoa per caso mentre inseguiva una piovra gigante. Tornato in patria parlò così entusiasticamente della straordinaria bellezza della terra della lunga nuvola bianca, che la sua gente lo seguì in un viaggio avventuroso per migliaia di miglia su mari inesplorati a bordo di canoe aperte. I primi polinesiani, insediatisi nell'Isola Meridionale attorno al 900 d. C., si trovarono davanti un'isola completamente diversa dall'attuale, con un ecosistema unico al mondo, dove gli uccelli dominavano incontrastati qualsiasi luogo. Le due sole specie di mammiferi presenti erano rappresentate da due tipi di pipistrelli. Vista l'assenza di mammiferi al suolo e di predatori gli uccelli non dovettero sviluppare particolari strategie difensive e così alcuni degli uccelli presero abitudini terricole, come il kiwi (simbolo del paese), il moa (un grande uccello corridore), il takahe (un rallide parente del nostro pollo sultano), e il kakapo (l'unico pappagallo al mondo che non sa volare). Gli immigrati si adattarono in fretta nella nuova terra ed iniziarono a cacciare la ricca fauna sia aerea che acquatica. Il moa gigante, il più grande uccello al mondo con i suoi 3 metri di altezza e 240 kg di peso, fu cacciato e sterminato dai maori nel giro di tre secoli come fonte principale di proteine. Iniziò così lo sconvolgimento degli ecosistemi neozelandesi, che con l'introduzione effettuata dai colonizzatori europei di cervi, conigli, opossum, ermellini, cani, gatti, capre, alci … e delle pecore ebbe un duro colpo. In tutto furono importate 53 specie di mammiferi che, aiutate dal lavoro dell'uomo bianco, cambiarono faccia alla Nuova Zelanda e causarono l'estinzione di 90 specie di uccelli locali.


IL VIAGGIO

Visita della città di Auckland 143.000 ab.; 855.571, capoluogo della regione omonima la più densamente popolata 159 ab./ km2 e ricca di attività agricole e industriali del Paese.
Situata sull'istmo che collega la penisola omonima all'Isola del Nord, tra i due golfi di Manukau e di Waitemata, é la principale città del Paese, sia per numero di abitanti, sia per le attività commerciali e industriali. Fondata nel 1841 da William Hobson, il primo governatore dell'allora colonia, per esserne la capitale (ruolo svolto sino al 1865), prese il nome da lord G. Eden Auckland, governatore generale dell'India. La struttura cittadina è caratterizzata da abitazioni unifamiliari, con giardino, di tipo inglese, nonché da edifici eleganti, vasti parchi e l'Harbour Bridge, audace ponte divenuto il simbolo della città. Situata in splendida posizione sul sottile istmo Auckland è lo sbocco naturale di una delle regioni più ricche dell'isola, dotata del primo porto del Paese ( in virtù del quale è detta anche "città delle vele"), sia per quantità di merci sbarcate e imbarcate (ca. 6 milioni di t) sia per il traffico dei passeggeri e per l'attività peschereccia (vi affluisce un quarto del pescato nazionale) e di un aeroporto internazionale. Auckland è fiorente di industrie alimentari e delle materie plastiche e inoltre sede universitaria e importante centro culturale; soprattutto notevole l War Memoriam Museum con le sue collezioni di artigianato e arte maori. Città satelliti di Auckland, comprese nell'agglomerato urbano, sono Manukau, Mount Roskill, Mount Albert, Takapuna, Papatoetoe, Mount Wellington, Mount Eden e altre minori. Penisola di Auckland. Estrema propaggine settentrionale dell'Isola del Nord (Nuova Zelanda), lunga 320 km, è bagnata dal Mar di Tasman a ovest e dall'Oceano Pacifico a est e unita al resto dell'isola dallo stretto istmo su cui sorge la città di Auckland. Ondulata da allineamenti collinari inferiori agli 800 m, ha coste frastagliatissime, lagunose e incise da profonde baie con coste alte accompagnate da isole. Il clima, di tipo mediterraneo, favorisce le colture di agrumi e la vite e diffusa é la macchia sempreverde. L'economia si basa sull'allevamento bovino, lo sfruttamento forestale e agricolo, la pesca e l'estrazione di minerali (oro, argento, ferro, rame, carbone). Centri principali sono Auckland e Whangarei. Isole Auckland. Arcipelago disabitato (606 km2) dell'Oceano Pacifico meridionale, circa 800 km a sud della Nuova Zelanda, cui politicamente appartiene. Di origine vulcanica, è costituito dall'isola omonima, la più vasta, e dalle isole Adams, Enderby, Ewing, Rose e Disappointment.
Fu scoperto nel 1806 dal capitano Abraham Bristow e utilizzato come base per la caccia alla balena.
Un'intensa folata di uova marce, quindi zolfo: l'olfatto ci dice che siamo vicini alla nostra meta. Ovunque esce vapore dalle crepe dell'asfalto, dalle verdi aiuole delle case, dai comignoli delle case, sembra quasi che il terreno stia borbottando: "Siete nel più grande centro termale del paese". La luce tenue della sera resa magica dalla vaporosità di Rotorua è rotta solamente dalle terribili sandflies.
Con una lancia in mano, la lingua srotolata, gli occhi sgranati, il viso e il corpo tatuati un uomo alto e ben piazzato sta venendo nella nostra direzione a piccoli saltelli, coperto alle spalle dai suoi compagni. Un'irreale atmosfera di pacato silenzio cala nell'affollatissimo "New Zeland Maori Arts & Crafts Institute" di Rotorua: alcuni danzatori maori stanno iniziando il rituale per accogliere gli stranieri nella Meeting House. Un tedesco vicino a me abbassa lo sguardo in segno di pace e così sciamiamo dentro il marae, dopo aver pagato la tariffa per poter assistere allo spettacolo.
Il posto pieno zeppo di visitatori fa pensare ad una pura messa in scena per i turisti, ma fortunatamente significa qualcosa di più: la rinascita della cultura e della popolazione maori. Qui a Whakarewarewa lavorano attivamente la scuola di scultura, la scuola di fabbricazione di oggetti tradizionali e un fatto determinante è l'insegnamento della lingua nelle scuole e nelle università. Oggi lo stemma nazionale non è solo una raffigurazione, ma si nutre nella vita quotidiana delle sue due figure, maori e britannici vivono, crescono e si rispettano sulla stessa terra condividendone gli ideali.

Dentro i vulcani. L'eccitazione aumenta all'idea che il "buco esplosivo" o monte Ruapehu erutta spesso, 60 eruzioni dal 1945 ad oggi, l'ultima volta nel 1995, e mano a mano che mi avvicino al cratere un po' di timore aleggia intorno a me. Il monte Ruapehu, con i suoi due fratelli minori Tongariro e Ngauruhoe, domina e sorveglia dall'altezza dei suoi 2.797 metri il parco con le sue importanti ricchezze. I vulcani con i loro ghiacciai, le piante, gli animali rappresentano un campione di forme e comunità naturali riconosciute nel 1990 dall'UNESCO come zona naturale di elevato valore mondiale. Dal 1993 è uno dei cinque parchi nazionali dichiarati "patrimonio culturale mondiale dell'umanità" per il valore spirituale e culturale, per i maori è un territorio sacro, sede degli Dei, tanto che furono loro stessi a donarlo a tutto il popolo neozelandese, perché fosse protetto per sempre.

Fu così che venne istituito nel 1887 il primo parco del paese e il terzo al mondo dopo Yellowstone negli Stati Uniti e Royal in Australia. Il parco è casa degli unici mammiferi nativi dell'isola, due differenti tipi di pipistrelli, e del kiwi bruno.
Salita del perfetto cono vulcanico Ngauruhoe di 2291 metri di altezza.
Spostamento nella capitale della Nuova Zelanda, Wellington, visita alla città e spostamento con il battello nell'isola del sud, nell'incantevole cittadina di Picton.
Quando siete pronti per andare in Paradiso, allora è venuto il momento di visitare l'Abel Tasman National Park. Un break dalla vita per ritirarvi in un posto da favola, una miscela perfetta di foresta, acqua, sabbia e salvaguardia.
Molte volte i paesaggi riservano brutte sorprese, da lontano si mostrano bellissimi poi mano a mano che li si scopre ti tradiscono. L'Abel Tasman non ti tira brutti scherzi e in qualsiasi modo tu lo vada a scoprire, sia a piedi che in canoa o con l'acqua taxi rimani comunque sbalordito. Nonostante sia il più piccolo parco del paese, con appena 22.533 ettari racchiude in se un enorme varietà di aspetti: tratti di intatta foresta pluviale, spiagge dalla sabbia dorata che finiscono in piccole baie, acque cristalline e pulite che ospitano pinguini, foche e delfini.
L'Abel Tasman Coast Track fa parte dei "Great Walks" dell'isola neozelandese.
Il lungo pontile sbocca dal chiosco informazioni di Marahau, e consente di attraversare la zona d'acqua bassa e melmosa estuario del fiume Marahau; ci introduce nella prima tappa del trekking. Subito la macchia verde della foresta ci accoglie con le sue rigogliose felci in un ricco variare di vive tonalità. Il comodo e largo sentiero permette di lasciarsi andare senza preoccupazioni ad osservare le baie, le insenature, che cambiano sotto i nostri occhi. Gli ottimi rifugi, pulitissimi gestiti da un park warden offrono il posto letto con solo il materasso, acqua potabile non in tutti a causa del problema giarda, un parassita che provoca forte diarrea, e i servizi.
Un paio d'ore di dolce cammino e il mare, che a volte s'intravede dalla foresta e a volte sbuca d'improvviso con il color turchese intenso delle sue acque, ci invita a una pausa rinfrescante. Sulla spiaggia un gruppo di turisti tedeschi si godono una pausa sulla rena all'ombra degli alberi, loro sfruttano l'acqua con dei coloratissimi kayak. La loro guida, una abbronzatissima ragazza scolpita da delle belle fasce muscolari ci da appuntamento per la serata all'Anchorage Hut. La prima delle quattro notti programmate la passiamo qui dopo aver ritirato nel punto stabilito sulla spiaggia il nostro prezioso pacco. Molte persone, diverse nazionalità popolano il rifugio, l'inglese masticato più o meno da tutti, chi con impeccabile pronuncia altri con severi accenti che tradiscono la nazionalità tiene banco mentre ci apriamo alle altre esperienze di vita, di vacanza. La sera scivola via, lasciando solo il tempo per ficcarsi nei sacchi a pelo ad aspettare ansiosi l'indomani.
Quello che mi affascina è come centinaia di turisti ogni giorno riescano a non lasciare alcuna traccia del loro passaggio.

Torrent Bay, come gli altri estuari da attraversare durante il Coast Track, impone il ritmo della giornata. Se non vogliamo percorrere il lungo sentiero alternativo alla bassa marea dobbiamo attenerci ai ritmi della natura, possiamo attraversare la baia due ore prima o due ore dopo la bassa marea. Tabella orari in testa ci incamminiamo via sabbia a scoprire le forme di vita di questa zona di confine, non ancora mare, ma nemmeno terraferma. Granchi, gasteropodi ed ogni piccola forma di vita è indaffarata a sfuggire agli affamati pukeko e weka. Un binocolo, buon amico di viaggio permette di curiosare lontano nelle tante pause concesse in queste lunghe giornate.

E' durante le escursioni, mentre le stai effettuando che un posto ti rimane dentro e non è solo il posto che rimane nei ricordi, ma la situazione ambientale, le persone che hai incontrato che giocano un ruolo importante in questo. L'Abel Tasman ha tutto questo e molto di più.
Oggi migliaia di camminatori raggiungono questo pezzo di terra per svago, accolti magnificamente dagli operatori turistici, ma secoli fa quando questo posto era conosciuto solo dagli indigeni l'accoglienza verso gli europei fu ben diversa. Durante gli anni 1642 e 1643 Abel Janszoon Tasman un abile esploratore olandese durante un viaggio esplorativo nell'Oceania costeggiò come primo europeo la costa occidentale di South Island, non rendendosi conto di aver scoperto un'isola, ma la riteneva la costa di un continente ignoto, che battezzò Nieuw Zeeland, dal nome di una regione della sua terra, ma non la rivendicò, come fece nel 1769 James Cook. Gli indigeni Ngati Tumotakokiri non tollerarono i nuovi venuti e si batterono vittoriosamente. Tasman nel conflitto perse quattro dei suoi uomini e lasciò l'area senza altri contatti. Solo dopo diversi tentativi di sbarco disastrosi, riuscì a calpestare la terraferma ed a barattare con i maori viveri ed acqua in cambio di stoffe. In memoria di questo intrepido navigatore è stato dedicato il parco.
Giunti nella baia di Totaranui si rientra a Marahau con l'acqua taxi rivisitando, comodamente seduti, i luoghi dove si è svolto il trekking.

"Bridge. Give way!". Sulla West Coast nell'Isola del Sud per i visitatori la fretta deve essere dimenticata, le strade seguono la costa rafforzandone il contorno. Ecco un altro ponte a senso unico, attenzione questo non è come quelli incontrati fino a qui. No, non ci credo: "Un unico ponte a senso unico utilizzato sia dalle macchine che dalla ferrovia!" Siamo in un paese civilizzato, e siamo arrivati al fatidico anno 2000, ma pare di vivere mezzo secolo fa. Mi ritrovo così a guidare fra le rotaie stando attenta anche a non toccare il bordo del ponte visto che non è proprio dei più larghi. Questa soluzione per un territorio poco trafficato è sicuramente la meno impattante. I chilometri scorrono lenti e cadenzati, la morfologia e le strade non permettono di oltrepassare molte volte il limite dei 110 km orari; sembra che il maestoso paesaggio imponga di farsi osservare. Ubbidienti ci fermiamo più volte, prima a Cape Foulwind (a 10 km da Westport) per curiosare rispettosamente l'attività della numerosa colonia di foche della Nuova Zelanda intenta ad accudire i piccoli nati fra novembre e gennaio. Le loro antenate furono il primo motivo della grossa migrazione europea, non a caso questa specie viene detta anche "foca della pelliccia". Poi alle Pancake Rocks, la strana formazione rocciosa, che iniziò a formarsi 30 milioni di anni fa, fatta di strati di fango, argilla e conchiglie e dal lavoro del vento e del mare.

Mount Cook National Park e Westland National. Park Il parco alpino accoglie in se le più alti vette del paese, le Alpi Meridionali, con ben 22 cime oltre i 3.000 metri e il monte Cook che raggiunge la più alta elevazione con i suoi 3.754 metri. Queste montagne furono amate e sfruttate per allenamento da Sir Egmunt Hillary, il conquistatore dell'Everest, oggi sono amate da vacanzieri e alpinisti di tutto il mondo e utilizzate per una semplice escursione a bassa quota, ma anche per impegnative salite alpinistiche al monte Cook, al monte Tasman.
Escursione facoltativa sul ghiacciaio Fox usufruendo nella prima parte dell'elicottero che dal centro cittadino porta fino a metà del ghiacciaio. A questo punto con gli zaini in spalla si prosegue a piedi in parte su ghiacciaio ed in parte sul sentiero che si inerpica fino al rifugio Chancellor.
Partenza alle prime luci dell'alba per risalire la parte finale del Fox Glacier giungendo alla base delle più importanti montagne della Nuova Zelanda: il Monte Cook il Tasman. L'escursione prosegue (condizioni permettendo) alla cima del Chancellor Dome. Lo stesso giorno si ridiscende fino al piccolo centro di Fox Glacier.

Lasciato il piccolo centro turistico di Fox Glacier si ripercorre a ritroso una parte di strada in direzione nord. Poi, lasciate le coste dell'isola del sud, una fra le più paesaggistiche strade della Nuova Zelanda, ci guida attraverso l'Arthur's Pass, toccando luoghi importanti sia per il trekking ma anche per gli amanti dell'arrampicata sportiva.
Christchurch, la più inglese delle città della Nuova Zelanda è stata fondata nel 1850. Nel centro della città quasi tutti i giorni si tengono concerti e esibizioni di giocolieri, predicatori che parlano in cima a delle scalette.

 

DURATA: 21 giorni
PERIODO: novembre
TRASPORTO: aerei di linea, minivan
SOGGIORNO: in pensione, rifugio, tenda
DOCUMENTI: Passaporto, ricordarsi di controllare che sia in corso di validità, 3 mesi oltre la data di rientro
VACCINAZIONE: nessuna
VALUTA: Dollaro neozelandese
FUSO ORARIO: Avanti di 11 ore rispetta all'Italia, 12 quando entra in vigore l'ora legale N.Z.
LINGUA: quella ufficiale è l'Inglese
DATI: Superfcie: Kmq 270.534
Popolazione: Migliaia 3.525
Densità: Abitanti/Kmq 13
CLIMA: Varia moltissimo: nelle zone subtropicali di North Island non è mai veramente freddo, mentre le montagne e la West Coast di South Island possono essere fredde e piovose anche in piena estate

 

 

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