30° Itinerario: LA ZONA ARCHEOLOGICA
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Le alte e ornamentali palme all'ombra delle due chiese della piazza
parrocchiale di Dro, danno il via alla cicloescursione. Uscendo
dall'abitato, in direzione della provinciale 48 Valle di Cavedine-Drena,
il ciclista segue la rotabile; dopo circa un chilometro, all'inizio
della salita, un'evidente laterale asfaltata fa deviare a sx (indicazioni
per Pietramurata), costeggiando poco più avanti il Fiume
Sarca. Nelle vicinanze della centrale elettrica di Fies, nei pressi
del ponte di ferro, dove termina l'asfalto. Il giro avanza su sterrato,
sempre a fianco del fiume. Attraversa la grandiosa e lunare area
del biotopo delle Marocche, seguendo la stradina, che alterna brevi
tratti di ripida salita a discesa (percorrere sempre la traccia
più evidente in direzione nord). Pedalando l'ultimo tratto
su strada agricola asfaltata, si giunge all'abitato di Pietramurata
e di lì alla strada comunale. Ora la si segue a dx, lasciando
l'abitato, fra le campagne e approdando nella frazione -
- Monti di Cavedine. Oltrepassato il ponte sul canale
Remon, il giro curva a dx e dopo 100 m circa svolta, subito dopo
una stalla, a sx in ripida salita e sempre su asfalto, guadagna
il crinale dei "Monti di Calavino". Dopo 1,70 km dal
ponte il ciclista arriva a un tornante destrorso; qui seguita
a sx in direzione nord per stradina, prima asfaltata e poi sterrata.
Raggiunta l'altra rotabile, la si percorre in salita. Con lievi
ma costanti pendenze il cicloescursionista giunge al -
- Passo S. Siro, dove è stata eretta una croce.
Nei pressi si trova una delle tante palestre di roccia dell'Alto
Garda. Dopo lo scollinamento del passo l'itinerario prende a dx
su sterrato seguendo la segnaletica per l'area archeologica; qui
incomincia la "Strada romana", che attraversa una vasta
zona del paesaggio collinare, fra reperti archeologici di età
romana. La traccia sale sulla dorsale della collina fra boschi
di pino nero. Alcuni minuti dopo l'inizio della strada sterrata,
nei pressi della biforcazione, il giro sale per la via di sx,
evitando la stradina pianeggiante di dx. Alla seconda biforcazione
prende sempre a sx (escludendo a dx la strada che sale costeggiata
da un muro a secco). L'ambiente si fa sempre più attraente:
il dolce saliscendi diverte il biker non obbligandolo a forzare
le fasce muscolari delle gambe. Il percorso seguita in direzione
sud a dx, per immettersi con un'altra strada. Evitata una laterale
a sx il tour arriva ad uno slargo. L'escursionista avanza nel
viale di sx, stretto fra muretti, che porta nei pressi di una
"fontana romana" (indicazioni in loco) e prosegue, mantenendo
le indicazioni -
- "Itinerario Archeologico-Cavedine-Carega del Diaol".
Poco più avanti il ciclista incontra, sulla sx fra i campi
coltivati, la "Carega del Diaol", dove un tabernacolo
spiega il reperto archeologico. Avanzando verso sud, sempre seguendo
il segnavia "Itinerario Archeologico", il percorso evita
a dx una strada a gomito e imbocca una sterrata, molto più
ampia e pianeggiante. Seguitando sempre in direzione sud, il giro
lascia, subito dopo, lo sterrato per continuare a sx sulla vecchia
strada. Nei pressi di un capitello in una conca prativa, la -
- strada si immette sull'asfalto della provinciale; qui
termina l'area e l'itinerario archeologico. Svoltando a dx, verso
nord-ovest, il ciclista abbandona il crinale ritornando nella
valle dei Laghi e scende la provinciale per il Lago Cavedine.
A 10 m circa da un tornante destrorso - attenzione - l'itinerario
prende la sterrata a sx, di fronte alla piramide dell'alta tensione.
La strada attraversa pianeggiante la costa, fra coltivazioni e
rustici, rimanendo a sx del primo bivio nei pressi di un altro
traliccio; sempre a sx segue un muro a secco, costeggiando un
rustico svolta a dx. Ad un cartello, che informa del confine prossimo
con il "Biotopo delle Marocche", il biker continua sulla
stessa mulattiera, ora confine con il biotopo. Dopo ripida e impervia
discesa si sbuca su uno slargo di una carrareccia, che si percorre
diritti in discesa, sino all'incrocio con la provinciale, che,
presa in discesa conduce con veloce percorso all'abitato di Dro,
ripercorrendo nell''ultimo tratto il percorso di andata.
- la "Strada romana" si snoda fra i "Monti
di Calavino" in un innumerevole serie di mura a secco; è
sicuramente l'area tra le più importanti del Trentino per
l'archeologia, basti pensare alla "Fontana romana" unica
nella provincia: una vasca di pietra coperta da un arco, in ambiente
interrato dove una sorgente perenne sgorga dalle falde freatiche.
L'itinerario archeologico prosegue per "la Cosina",
una grotta naturale delle dimensioni di m 12 x 4; nel 1912 fu
fatto il primo scavo e furono scoperte 6 sepolture, con scheletri
adagiati in posizione rannicchiata, con vicino manufatti di varie
tipologie risalenti all'età del Bronzo (1700-1800 a.C.).
Trono della regina o "Carega del Diaol" è una
lapide sepolcrale romana del III° secolo. Un'epigrafe è
incisa in un incavo della roccia calcarea a forma di sedia.
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