Free Spirit

 

 

 

MOUNTAIN BIKE

1° Itinerario: GIRO DELLE MAROCCHE

(vedi la scheda tecnica)

Dal parcheggio l'itinerario segue la strada asfaltata che fiancheggia prima la rupe del castello e la parete dei Colodri, passando a fianco del "Climbing Stadium", parete artificiale che ospita il Rock Master di arrampicata sportiva. Più avanti si costeggia sulla dx il fiume Sarca e a sx le pareti strapiombanti (paradiso dell'arrampicata), arrivando al ponte vecchio di Ceniga (km 3,70). Il percorso prosegue diritto, senza attraversare il ponte, (segnavia Cai-Sat 428). All'incrocio, in località Maso Lizzone, si prende a dx (segnavia Sat 425). Qui la strada è bianca e sempre più stretta, con qualche tratto in discesa impegnativo. Attraverso frutteti, vigneti ed oliveti si giunge alla casa cantoniera nei pressi del ponte di -
1. Dro (km 5,80). L'itinerario segue su asfalto verso sx. Giunti al Dosso di S. Abbondio (km 7,50), è possibile salire a piedi in circa 10-20 minuti sulla sommità, dove sorge una chiesetta romanica. Il tracciato porta al bivio con la statale, da percorrere in direzione nord, per 1/2 km circa, facendo attenzione al traffico. Svoltare a sx su sterrato in località "al Lago", continuare poi per "Lago Bagattoli". Qui è possibile visitare una "calchera": forno per la produzione della calce, ora riscoperto e parzialmente restaurato. Dopo 100 m al bivio prendere a sx la forestale con stanga, da dove si vede il Lago Bagattoli con pesca sportiva. La forestale si inerpica, agli incroci seguire le indicazioni verso la sorgente -
2. "Le Bene", mantenendo la traccia originale. Giunto ad un incrocio (valico, km 11; m 325) il biker scende tenendo le indicazioni "strada Ciclamino" e percorre la base delle "Placche Zebrate" (nome dovuto alla particolare striatura bianco-nera della roccia). La strada prima ripida, in discesa diventa pianeggiante e poi impegnativa nell'ultimo tratto. All'incrocio (km 12; m 235) il giro segue a sx per "Sentiero Ciclamino", portando sopra la pescicoltura in un bosco di basse latifoglie e pini neri. Terminata la discesa la stradina si allarga sino a diventare strada bianca. Al bivio successivo salire diritti, costeggiando il crossodromo "Ciclamino" fino al grande piazzale e da qui fiancheggiando l'albergo scendere alla statale. Ora utilizzando il largo marciapiede si raggiunge Pietramurata. Alle prime case il percorso gira a dx per Via Borgo Nuovo e attraverso il ponte arriva alla piazza principale con la chiesa. Il "Giro delle Marocche" prosegue a dx e dopo 50 m prende a dx per "località ai Monti", poi in leggera discesa tra i frutteti fino al bivio con l'indicazione "Sentiero Gaggio"(svolta a dx). La traccia attraversa il -
3. "Biotopo delle Marocche", seguendo sempre "sentiero Gaggio". La strada, dapprima ampia, si restringe sino a diventare impervia ed in salita. Alla sommità si apre l'ampio panorama sulle Marocche. Una discesa sconnessa, intervallata da tratti pianeggianti, porta in un rado bosco di pino nero alla -
4. centrale di Fies (km 20; m 205). Superato sulla dx un ponte di ferro si prosegue per stradina asfaltata e raggiunta la seconda centralina, si svolta a sx per arrivare sulla provinciale, che da Dro sale verso Drena.
L'itinerario prosegue a dx in leggera discesa (km 22,30). Al bivio con croce di legno e ferro, prima dell'abitato di Dro, continua diritto per stradina interpoderale asfaltata: qui svolta al primo incrocio a sx (sud) e al secondo a dx (ovest) verso il sottopasso della nazionale. Poi ancora a sx sino all'abitato di Ceniga, che attraversa per viuzze, seguendo le più evidenti sino alla strada principale. Dalla piazza della chiesa il percorso va a sx per 150 m circa e al primo bivio a dx segue le indicazioni sentiero Marocche (segnavia Sat 428), attraverso un antico e caratteristico ponte in pietra. Ora si ripercorre a ritroso il primo tratto sino ad Arco.

  • Biotopo "Marocche di Dro" istituito il 21.12.89 con una superficie di 235 ha.
    Col temine "marocche" si indicano grossi cumuli di frana di grandi dimensioni, distribuiti caoticamente. Sono fenomeni geomorfologici legati alle glaciazioni, precisamente al fenomeno dell'arretramento del fronte del ghiacciaio quaternario: i fianchi delle montagne non più sorretti dalla massa del ghiacciaio si staccano precipitando a valle. Gli eventi franosi, che generarono le "Marocche di Dro", furono molti e si sovrapposero; i primi sono databili 200.000 anni fà mentre l'ultimo si manifestò negli anni Cinquanta nei pressi di Pietramurata. Le zone di distacco sono ben visibili dal basso lungo la catena del Monte Casale e precisamente sul Dain Grande, sul Monte Granzoline e sul Monte Brento.
    Il volume dell'ammasso franoso misurato sull'antico fondo vallivo del Lago di Cavedine è di 750 milioni di mc, mentre l'altezza massima raggiunta è di 250 m .
    La leggenda popolare racconta che la frana staccatasi dal Monte Brento (frana del Kas) avrebbe seppellito la mitica città di Kas.
    Le "Marocche di Dro" con il loro suggestivo aspetto vengono lentamente ricoperte dalla caratteristica vegetazione pioniera, dove non vennero effettuati rimboschimenti a pino nero.
  • la Chiesetta di S. Abbondio, restaurata nel 1932, mostra sul portale la data 1521. Nella lunetta affresco della Madonna col Bambino e S.Abbondio. Resti in pietra medievali difronte alla facciata sud.
    Dal Dosso di S.Abbondio appagante vista sul fenomeno delle marocche e su Castel Drena.

 

 

 

 


 

 

(<torna indietro)     (^ top)